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LA PROSSIMA CRISI ECONOMICA (DI CUI NESSUNO PARLA)

“È ragionevole aspettarsi che l’economia si riprenda nel 2021, ma è improbabile che l’Italia si riprenda completamente.

È improbabile che la rigidità della sua economia e lo stato difficile delle sue finanze pubbliche vengano compensate da un’esplosione di inventiva e creatività imprenditoriale. La ricaduta dell’ultima crisi è un triste precedente.

Alla vigilia di Capodanno del 2019 l’Italia è stato l’unico paese della zona euro a non essersi ancora completamente ripreso dalla crisi finanziaria globale di oltre un decennio fa. Il suo reddito pro capite era tra il 5% e il 10% inferiore a quello osservato nel 2007. Ciò che è accaduto dal 2007 ha semplicemente peggiorato le cose sotto diversi aspetti. È facile ora suggerire che la ripresa italiana dopo la pandemia non sarà altro che dolorosa e lenta, tra una serie di gravi rischi per l’Italia e per la zona euro.  Potrebbe anche essere che l’Italia abbia vinto la guerra contro il COVID-19 (o, almeno, speriamo così), ma è molto probabile che l’Italia finirà per perdere la pace.” (Tradotto dall’Ingese – Rossi, N. e Mingardi, A. 2020)

Questo estratto – da un articolo della rivista Economic Affairs – e’ stato pubblicato a Giugno 2020, prima della seconda ondata, prima del nuovo lockdown e prima del puzzle tricolore delle regioni e delle restrizioni natalizie.  L’Italia, fatta al 92% da piccole e medie imprese, ha subìto un terremoto di cui ancora non ha avvertito i danni.  O forse si, e per questo nessuno ne parla, perche’ cio’ che ci aspetta sara’ catastrofico.

Anche a Trieste le cose non sono diverse.  Politici di tutti i colori e sfumature (piu’ o meno evidenti) si sbizzarriscono in un carnevale di proposte avvenieristiche per un futuro ipertecnologico pieno zeppo di progetti dispendiosi per dare un nuovo volto alla citta’. Nessuno parla della crisi che si abbattera’ sulla citta’ alla fine dell’emergenza. Nessuno se ne cura. Sono cosi’ presi a spendere il denaro che non hanno (lo avranno mai?) che vivono in questo saturnale di fine benessere gozzovigliando su una tavola imbandita di promesse elettorali.

Questo non e’ il momento dei progetti multimilionari da trasformare in cattedrali nel deserto. Serve un progetto di ripristino dell’economia locale e dello sfruttamento delle risorse sul territorio, ad iniziare dal porto.  In quanti di voi, cari lettori, si sono chiesti chi avra’ i soldi dei cinesi, dei tedeschi, degli ungheresi? In quanti si sono chiesti perche’ se il porto e’ una miniera d’oro, la gente al di la’ dell’inferriata muore, come nei paesi del terzo mondo? Perche’ le piccole e medie imprese ed i liberi professionisti soffrono ancora la crisi del 2008 mentre stanno per ricevere il colpo di grazia, e nel frattempo continuano le passerelle di politici, imprenditori stranieri e denaro cha MAI si ferma a Trieste ma vola verso altri lidi (o piuttosto buchi neri)?

Ancora quanto a lungo i Triestini sono disposti ad accettare una politica fatta da improvvisati individui che presentano soluzioni impossibili? Di quello che sentite non si avverera’ nulla, o quel poco che bastera’ per essere pubblicizzato in campagna elettorale (tra poco forse ripareranno “a tempi record” anche il tram).

Quello che invece arrivera’ sara’ il periodo piu’ buio della storia della nostra citta’. Peggio di ogni crisi mai vista.  E’ ora di prendere in mano le redini e liberarsi di false promesse e ridicole soluzioni, e finalmente salvare noi stessi e le nostre aziende prima del crollo, perche’ altrimenti ‘dopo’ le aziende non si riaprono piu’.  Servono aiuti concreti al tessuto economico cittadino, taglio delle tasse, supporto economico e un forte impulso all’economia locale. La crisi (quella vera) sta arrivando, e rischiamo veramente di fare la fame se rimaniamo appresso ad una politica che tutto il mondo riconosce come lenta, antiquata e decadente.  Liberiamoci di un’amministrazione farlocca ed uniamoci per sopravvivere e rinascere insieme, perche’ se aspettiamo che ci salvi l’Italia, stiamo freschi.  Abbiamo gia’ visto cosa ha fatto negli ultimi settant’anni. E comunque sia non abbiamo piu’ nulla da perdere, e stavolta e’ per davvero.

Rossi Nicola and Mingardi Alberto (2020), Economic Affairs. 2020 Jun; 40(2): 148–154. Published online 2020 Jun 29. doi: 10.1111/ecaf.12416 retrieved on 17/12/2020 

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