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Bollette Acegas e il subdolo canone RAI

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Il Governo italiano da alcuni mesi, in uno stato terzo come il TERRITORIO LIBERO DI TRIESTE, impone il canone Rai nella bolletta dell’energia elettrica, sotto lo pseudonimo di “USI DIVERSI”.

Il termine “Canone Rai“, tra l’altro, è fuorviante, dal momento che si tratta di una tassa di possesso dell’apparecchio televisivo (o di qualsiasi altro dispositivo predisposto a ricevere le frequenze tv).

Nel mentre, a Torino, scatta l’inchiesta sul servizio radiotelevisivo per un’evasione Iva da 110 milioni di € per la raccolta pubblicitaria da parte dell’azienda.
Tra gli indagati anche l’ex direttore generale della partecipata del Tesoro Lorenza Lei, che è stata al vertice dell’ex Sipra (oggi Rai Pubblicità). La cifra sopraelencata è stimata per difetto.
Il sospetto è che la Rai, nella sua raccolta pubblicitaria, per alcuni anni e fino al 2012, abbia evaso il fisco omettendo di versare l’Iva. Ipotesi ancor più grave, se consideriamo che la Rai è nei fatti un’azienda di Stato e che, oltre al paniere della pubblicità, dispone del gettito pubblico costituito dal canone. Se nella pattuglia dei grandi evasori italiani, in un futuro prossimo, potremo annoverare persino l’azienda di Viale Mazzini – e sarebbe un record, visto che è indirettamente partecipata proprio dal ministero dell’Economia e delle Finanze – lo valuterà la Procura di Torino, che ha disposto una sfilza di perquisizioni.

Probabilmente imporre il canone Rai in una zona extra-territoriale ed evadere l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) sembra sia necessario per coprire il “cachet stellare” di Carlo Conti per il Festival di Sanremo, ammontante a € 650.000: in tempi di crisi un vero e proprio “insulto alla miseria”.

A breve la Popular Assembly Project, per i cittadini del Territorio Libero, ne chiederà conto all’ex municipalizzata, che si fa esattore per un’Azienda di uno stato estero, sottraente risorse in modo illegale al Territorio Libero di Trieste.