Giulio Andreotti nel periodo 1947-54 fu il responsabile politico dell’Ufficio per le zone di confine (Uzc), che tramite ingenti fondi riservati finanziava partiti, giornali ed enti di vario tipo per difendere l’italianità in delicate zone di frontiera come Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta.
L’Uzc svolgeva poi una serie di altre attività di natura amministrativa e burocratica relative al rapporto con le minoranze linguistiche e all’attuazione dell’autonomia (escludendo il Friuli Venezia Giulia). Ebbe un ruolo preminente come raccordo tra Roma e la classe dirigente locale. Deputato nel gruppo democristiano, nella seconda legislatura, il 15 Aprile 1957 ricevette questa missiva (riportata nell’immagine sopra) da parte del Sindaco di Trieste Gianni Bartoli, Democristiano pure lui.
Il primo cittadino espresse tutte le sue perplessità su certe operazioni che il governo italiano intendeva svolgere nella nostra Città:
a) La Costruzione della Manifattura Tabacchi, la quale era subordinata all’aumento delle sigarette parificando il prezzo a quello italiano, nonostante il notevole gettito dovuto al consumo delle” Bionde”;
b) La Mancata realizzazione di un Piano di risanamento economico della Città, dovuto principalmente alle mancate provvidenze del Governo in ordine a franchigie Doganali e Fiscali ripetutamente richieste dalla Città.
Insomma dopo 61 anni nulla di nuovo: solite richieste da parte del Territorio ed un Governo che schiaccia indegnamente i Cittadini di uno Stato Estero!
Alla luce di questo importante documento, vogliamo parafrasare Albert Einstein, il quale disse:“Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato!”