In tempi bui in cui ricorre il bombardamento di immagini focalizzato sui diritti delle minoranze di colore negli Stati Uniti, sembra doveroso prendere posizioni che contrastano le tendenze razziste che sembrano scuotere nuovamente il mondo. Personaggi di tutti i colori politici fanno a gara per condannare i razzismi di ogni tipo, e non si può dargli torto. In molti paesi i dati parlano chiaro: le persone provenienti da minoranze hanno scarso accesso ai livelli più alti della società in un problema sistemico quantomai attuale, mentre la cosiddetta ‘intersectionality’ crea problemi ancora maggiori. Se sei di colore hai più difficoltà a trovare determinati lavori, se sei donna hai lo stesso problema. Se poi sei una donna di colore, il problema raddoppia. Questo anche a parità di merito. Ci sono fior di studi a riguardo, ma questo non è il punto. Il punto è se a Trieste esiste questo problema. Se a Trieste i diritti delle persone di colore o delle minoranze sono ascoltati e trattati allo stesso modo dei cittadini autoctoni, se le donne hanno veramente pari diritti e se tutti hanno accesso al mondo del lavoro che sognano. E se è giusto esportare un’istanza (o una protesta) proveniente da oltreoceano se il problema non è evidenziato a Trieste. Il movimento ‘Black lives matter’ nasce sicuramente da giuste cause, ma possiamo appoggiare una realtà di questo tipo? E possiamo appoggiare le loro proteste, mentre vengono distrutti negozi e divelte statue? I diritti di una minoranza (seppur giusti) giustificano la violenza verso le libertà di altri? Forse bisognerebbe ragionarci in modo profondo, sicuramente non ripetendo a casaccio slogan che forse non ci appartengono. A Trieste Mussolini ha enunciato le Leggi razziali. Proprio qui, dove la multiculturalità creava ricchezza e non divisione, l’Italia ha diviso il popolo per razze. Appoggiare quindi un nuovo slogan che discrimina ciò che vale da ciò che (implicitamente) vale meno, non può far altro che dividere nuovamente le persone. Per questo motivo è importante riconoscere che ‘All lives matter’ indipendentemente dal colore della pelle, degli occhi o della provenienza. Ma questo non significa giustificare la violenza o l’illegalità di alcuni, come neppure le limitazioni create da altri. E non giustifica concessioni maggiori in nome di una vituperata uguaglianza non suffragata da dati reali. L’Italia ha molto da imparare, e Trieste è vittima da anni di discriminazioni, ma allo stesso tempo i Triestini sono visti come discriminanti. La domanda ‘a chi giova questa divisione’ nasce spontanea, come nasce spontaneo il dubbio se tutte queste proteste nate in America riguardino esclusivamente le elezioni del Presidente americano in novembre. Il tempo ci dirà la verità. Noi siamo per i diritti umani, per tutti. Perchè non ha importanza di che colore è la persona che subisce un abuso, ma punire l’abuso in se. In molti hanno affermato che se Floyd fosse stato bianco, nessuno tra quelli che protestano avrebbe alzato un dito. Forse hanno ragione, ma dal nostro punto di vista ogni abuso va combattuto. Per questo motivo noi siamo per leggi che tutelino tutte le persone in una società equa ed uguale per tutti, senza prendere le parti di nessuno. Dividi et impera è la base di molti sistemi per sviare l’opinione pubblica dai veri problemi. Per questo motivo noi non appoggiamo Black lives matter, ma le vite di tutti, e soprattutto di quelli che restano inascoltati come i tanti concittadini della nostra amata città, i cui diritti sono stati violati per decenni ma che vengono fortemente ignorati in nome di abusi con maggiore riscontro sui media. E l’Italia dovrebbe farsi un esame di coscienza e prima di appoggiare movimenti d’oltreoceano dovrebbe riconoscere ed agire nei confronti degli abusi che essa stessa continua a perseguire contro i diritti umani. Trieste ne è il chiaro esempio, e l’Italia dovrebbe pubblicamente fare “Mea Culpa” e riconoscere i diritti ai cittadini di Trieste prima di rincorrere slogan esteri per il proprio tornaconto politico. All lives matter, Italia, anche quelli dei Triestini, di qualsiasi colore essi siano.
Elisabeth