USA, Italia, Cina e la geopolitica nostrana ai tempi del Covid (e non solo)

Le parole dell’Ambasciatore USA Eisenberg tuonano come macigni sulla precaria stabilità del Governo Italiano. Non è infatti passata inosservata la dichiarazione ad Adkronos del rappresentante degli Stati Uniti di qualche giorno fa, relative alla minaccia cinese sui porti Italiani e sul Porto di Trieste. Le sue dichiarazioni seguono a breve distanza il report di Mike Pompeo – Segretario di Stato USA – sui pericoli direttamente o indirettamente collegati alla Cina, in cui si evidenziano parole poco confortanti su di un alleato NATO che non avrebbe preso una chiara posizione rispetto alla situazione ad Hong Kong, affermando che “questo genere di timidezza porterà ad un fallimento storico che non può essere ripetuto” (trad – video integrale su youtube). Anche presso il Parlamento Italiano si sono susseguite interrogazioni in merito al Memorandum firmato con la Cina nel 2019, di cui i contenuti relativi a Trieste rimangono ancora quantomai oscuri. Ed oscure sono le manovre dei grandi, di cui possiamo solo ipotizzare azioni future cercando di non cadere nel cospirazionismo. Ma cosa succederà nei prossimi mesi che potrebbero avere un impatto su Trieste? – A settembre la situazione economica europea legata al covid sarà più chiara e probabilmente peggiore di quello che sembra al momento, Italia compresa. – A novembre si svolgeranno le elezioni americane, dal risultato quantomai incerto: se Trump dovesse vincere, è possibile che le posizioni americane si intensifichino. – A dicembre il Regno Unito sarà fuori dalla UE, con o senza accordo, con tutto quello che ne consegue economicamente, senza considerare gli attriti con la Cina dovuti ad Hong Kong. Trieste è la porta d’Europa, e fa gola a molti paesi – soprattutto alla Cina, ed è bene ricordare (checchè ne dicano i negazionisti dei Trattati) che è concessa all’Italia solo in amministrazione fiduciaria temporanea dagli Angloamericani, che potrebbero decidere in qualsiasi momento di riprenderne la gestione (e l’Italia lo sa). Intanto, come ha pubblicamente ricordato D’Agostino alcuni giorni fa, l’Italia continua a non rispettare i Trattati Internazionali, e questo potrebbe essere un altro motivo di attrito ed una leva importante relativa alla gestione del Territorio. In tempi incerti e con queste informazioni, ognuno può fare le proprie considerazioni e provare a prevedere quali possono essere gli scenari futuri – ancora poco chiari – ma quello che è certo è che la geopolitica nostrana continua ad essere centro di interesse (e di preoccupazione) delle potenze mondiali. Peccato che i Triestini non ne abbiano ancora pienamente coscienza.