Porto Libero di Trieste, Territorio Politico Italiano?

da

in

Tutti soddisfatti nel comune di Trieste  per l’Accordo di Programma in riferimento alla variante urbanistica all’interno del Porto Franco Nord, all’interno del quale troviamo il Punto Franco Vecchio.

Dimenticano di come si esprime  l’ Unione Europea  in riferimento al NOSTRO PORTO, definendolo  Territorio Politico Italiano (nelle pagine della Fondazione dei commercialisti Italiani)  attestando  tutte le sue  peculiarità che riportiamo nelle immagini di questo articolo .

Ed è sempre la politica Italiana a dare spettacolo in Europa, ci viene riconosciuto l’all. VII del TdP che fa riferimento allo Statuto permanente (All.VI)  per l’attuazione dell’Allegato VIII, senza di esso non esisterebbe l’Internazionalità e senza il Territorio Libero di Trieste non esisterebbe nessun Porto Libero  Internazionale!

In funzione di queste certezze  la politica ci  combatte con Leggi, decreti, istituzioni di Enti, richieste di tasse ” Illegali” così come la loro gestione, non prevista all’interno del Porto Libero.

Zeno D’Agostino (presidente AdSP Mao) è pienamente consapevole di ricoprire un ruolo  ” politico”  ed è soltanto una mossa politica lo ha salvato da ben altro destino.

Poi c’è Il vice –sindaco di Trieste il quale  fa dichiarazioni roboanti sui media locali  per attenuare l’avanzata “Legalitaria” che inesorabilmente sta acquisendo sempre più consensi negli ultimi anni  , accampando tesi “border-line”, dimenticandosi delle interrogazioni portate in Europa dai membri del suo stesso partito come l’europarlamentare Mara Bizzotto   https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-7-2012-006217_IT.html?redirect   la quale ha ottenuto  poi la relativa risposta del commissario  alla fiscalità e unione doganale Algirdas Šemeta che senza mezzi termini fa riferimento “alle autorità del TLT” https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-7-2012-006217-ASW_IT.html

 

Quindi, quando Trieste si risveglierà e avrà la consapevolezza delle potenzialità del nostro territorio, si svincolerà dall’ipnosi  ” destra” e ” sinistra” .

Noi la soluzione ce l’abbiamo ed è l’integrale applicazione del Trattato di Pace e dell’allegato VIII per il nostro Porto Libero Internazionale . Le norme statuali o comunitarie non possono,  restringere le libertà doganali ed operative garantite dal Trattato di Pace e dai suoi provvedimenti di attuazione. Siamo in presenza di due regimi: la massima libertà di accesso e transito e l’extradoganalità (o “extraterritorialità doganale”).

In considerazione della cosiddetta clausola di salvaguardia di cui all’art. 307 del Trattato UE, il Porto Franco di Trieste,

inteso come sommatoria dei suoi Punti Franchi, è l’unica Zona Franca situata nella UE ma che gode di un regime speciale,

più favorevole rispetto a quello più restrittivo posto dal Codice Doganale Comunitario per le zone e depositi franchi.

A questo status particolare si devono una serie di vantaggi strategici:

o diritto d’ingresso senza discriminazioni di navi e merci, qualunque sia la loro destinazione, provenienza e natura, con la possibilità di sostarvi per un tempo indeterminato, in esenzione da dazi, tasse o altre imposizioni diverse dal corrispettivo di servizi prestati, senza necessità di autorizzazione allo sbarco, imbarco, trasbordo, movimentazione e deposito e senza l’obbligo alcuno di dare una destinazione doganale alle merci medesime, potendo questa essere scelta dall’operatore in un secondo momento.