Fare e distruggere, come la tela di Penelope. E il popolo resta alla porta
I nostri amministratori, riguardo al Referendum del 28 maggio 2017, esordiscono cosi: «l’Italia non ha certo bisogno nei prossimi mesi di una campagna elettorale su temi come questi», ha detto il premier Gentiloni in conferenza stampa.
Il ministro Poletti a gennaio, aveva garantito: «Le leggi non si cambiano per evitare i referendum, perché il referendum è un atto di democrazia…»
Infatti con il DPR (Decreto del Presidente della Repubblica) del 15 marzo 2017 veniva indetto il referendum popolare promosso dalla CGIL, per l’abolizione dei Voucher e la responsabilità solidale in termini di appalti, subito dopo il 17 Marzo 2017, entra in vigore pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il provvedimento, ossia il Decreto-Legge convertito dalla L. 20 aprile 2017, n. 49 (in G.U. 22/04/2017, n. 94) n.62.
Con quest’ultima legge, s’intende imbavagliare per l’ennesima volta il popolo sovrano estromettendolo da scelte fondamentali (lo strumento dei voucher piaceva a molti ) per il suo futuro.
Nel mentre l’amministrazione comunale attuale, parte con la campagna di affissione per convocare i comizi elettorali ( 13 Aprile 2017 vedi foto) incurante del repentino «dietro-front governativo» con relativo salto a piè pari della volontà (sovranità) popolare.